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Le prigioni

<<" La grotta aveva un entrata bassa, si entrava inchinandosi, poi era molto grande... Loro si accendevano il fuoco perché c'era freddo, un giorno ne ho contati otto. Erano tutti intorno al fuoco ed io ero coricato per terra, da sotto il mio cappuccio vedevo le ombre dei loro cappucci, sembrava una cosa da fiaba, le ombre che si riflettevano nella parete ... ">>

<<" C'è stato un momento in cui alcuni uomini sono stati arrestati, per cui io sono rimasta da sola con uno, senza neanche roba da mangiare, cioè... andare proprio col dito ha un cercare le briciole dentro una busta di pane... Prima della tenda in questi giorni in cui sono rimasta sola con un guardiano, sono stata in un posto, e non ho mai capito che cosa fosse, una specie di cunicolo, perché entravo strisciando, mi dovevo coricare, ...immaginati se una poco poco sofre di claustrofobia... Se ne muore. Non sono riuscita a capire che cosa fosse, lì sono rimasta due giorni, da sola... ">>

<<" Mi hanno portato là venerdì notte, mi hanno fatto entrare in una tana di Volpe, a malapena ci sono entrato, proprio strisciando per terra, e sono rimasto lì il resto della notte; l'indomani mi hanno detto: " vuole uscire a prendere un po' d'aria? ". Il sabato l'ho passato lì, sono uscito e mi hanno dato da mangiare un pezzo di prosciutto sardo, che oltretutto era rancido. E così a un certo punto ho messo l' aut-aut: " da questo momento ho finito di mangiare, cerca dell' erba, dammi dell' erbaccia qualunque, quella che trovi, un' erba e quella la mangio..." >>

<< " Io ero in una forra, stavo in un canalone di sterpaglie, sotto dei rovi, dei cisti, vegetazione mediterranea insomma, si percepiva solamente la voce di qualche capraro che girava intorno, altro... assolutamente niente. Comunque sono stato almeno per due mesi e mezzo all'interno di questo canalone, all'aperto in poche parole, sotto un macchione ">>

<<" Lì nella grotta, sono stato 15 giorni, infatti poi io gli ho detto: " ma mi potrei fare la barba? " E mi hanno risposto: " Sì, gliela facciamo fare ", è venuto questo qui, ha portato tutto l'occorrente ... lui stava col cappuccio è teneva lo specchietto di modo che io non lo vedessi in viso. La mia grotta era coperta in alto da delle frasche e io sentivo gli elicotteri sopra, a due passi. Non vedevano niente, e cosa potevano vedere... Poi siamo andati via, mi hanno portato su con la solita corda e abbiamo cominciato a camminare, una notte, due notti... e io pensavo " chissà dove mi stanno portando... " Loro mi dicevano: " Lo sente questo odore? E' l'urina dei cinghiali ". La nuova grotta era lunga e in discesa, sicché io mi potevo anche muovere, potevo fare quattro passi, tant'è vero che loro mi gridavano perché stavo sempre coricato: "Ma si alzi, facciamo un po' di ginnastica, se no quando la lasceremo lei non potrà più camminare... ", sicché quando io sentivo 'rilascio' mi rincuoravo. E allora via ginnastica, facevo flessioni, esercizi... ">>

<<" Ho trascorso in mesi di prigionia dentro una piccola tenda canadese e qualche volta all'aperto, nella boscaglia, dentro i cespugli. La tenda diventa il tuo mondo e quindi avevo tutti i miei riferimenti. C'è bisogno di punti di riferimento per non morire... Avevo un fornellino da campeggio, un tegamino per potervi fare la camomilla, un barattolo di miele, la radio, qualche candela. Dentro la tenda potevo stare sbendata, avevano sistemato dei tendoni mimetici sopra, di modo che non vedessi neanche la luce del sole...">>

<<" La sera mi hanno acceso una candela e mi hanno portato un piatto con della carne fredda ed io in quel momento ho visto questo locale; praticamente hanno costruito questa specie di cellula, una piccola cella all'interno probabilmente di una grotta... Pezzi di legno, tavole, fogli di compensato e di masonite: grande più o meno due metri per un metro e 50. Nella lunghezza c'era un materasso, un materasso vecchissimo appoggiato su un letto di fieno; tutto il pavimento era coperto di fieno ed era un pò in pendendenza. " L'apertura era bassa, 60, 70 centimetri, era chiusa a con un telo bianco è dietro c'era un sacco a pelo, probabilmente inchiodato anche nella parte alta esterna. Questo sacco a pelo veniva sistemato bene, in modo che non entrasse luce. Questo è il luogo nel quale sono stato tanto tempo 'sigillato'. non è che fosse molto illuminato questo localino. Ovviamente, quando ha cominciato ad ammuffirsi, si sono costruite delle immagini, create dall'immagine nelle pareti e queste ogni tanto cambiavano; la testa di un bambino egiziano, il faraone egiziano, la Sindone, una croce... Sulla mia testa c'era questa croce perfetta che poi è diventata un cerchio, mi ricordo un gufo, un gufo enorme che avevo lassù... Ogni tanto cambiavano, mi facevano compagnia. " Dopo Natale, è successo che questo pannello sopra l'apertura si è staccato in un angolino e io vedevo la luce, praticamente vedevo la luce del locale dove stavano loro che era sempre un interno comunque. Non ho mai guardato, quando è successo ho chiamato e l'ho fatto inchiodare. Non m'importava niente; non volevo sapere, proprio mi ero convinto di questa cosa, non importava niente, non volevo sapere, non era una possibilità contemplata nella mia testa questa... " . >>

Racconti di Sequestrati per la tesi di Laurea di Maria Grazia Putzolu, svolta sotto la guida dell' antropologa Gabriella Mondardini.

Pubblicati sul Quotidiano LA NUOVA SARDEGNA di Domenica, 30 aprile 2000.

Articoli di Piero Mannironi e Pier Luigi Rubattu.



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