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L' igiene

<<"Condizioni igieniche non ne esistevano, si dormiva per terra, su delle frasche, dei rami e un telo cerato, quando uno voleva fare i suoi bisogni chiedeva e l'accompagnavano fuori. Io le mani non me le sono mai lavate, non c'era niente da fare". I bisogni sempre in loro presenza? "Io ero mascherato ma certamente mi seguivano con lo sguardo, non mi hanno mai legato. I posti erano comunque troppo scoscesi, non sarebbe stato facile muoversi, come diceva Dante 'Il pio inferno èsempre il più basso">>

<< No, no... meglio tacere, meglio tacere, perchè ci si abbruttisce... >>

<< "Perché parla di condizioni igieniche, si può pensare che ci fosse una certa igiene? A sentir loro sì; "Stia tranquillo, mangi…," perché a un certo punto quasi mi imboccavano, essendo super bendato. Ogni due giorni... da quel lato lì precisi come la morte, ogni due giorni mi toccavano la spalla. "Cosa c'è?" "Gabinetto". A un certo punto l'uomo si abbrutisce, fai quello che vuoi, chi se ne frega... . Finito il gabinetto uno mi versava un po' d'acqua, mi dava del sapone di quelli puzzolenti e mi lavavo le mani. Questa era tutta l'igiene. Quando sono tornato, dopo che ho raccontato per un paio d'ore ho detto: "Fatemi lavare" Mio fratello e mio cognato in una vasca incominciano a fregare e a tirare fuori lapelle, pelle morta, mamma mia che pena... il corpo umano" >>

<< Oh be', la capra secondo me è più pulita. Per capirci meglio: sono arrivata con un paio di mutande e sono rientrata con le stesse. Al momento del rilascio, quando ho tolto le scarpe, non riuscivo a staccarmi le calze dai piedi, dalle dita dei piedi. Mi è rimasto l'odore nella cute per mesi, mesi, mesi, mesi,.. Non mi sono mai lavata. La prima notte trascorsa nel casolare, chiaramente mi è venuta voglia di fare pipì. Ho chiesto di poter fare la pipì; essendo legata mi hanno tirato su, mi hanno portato in un angolo di questo casolare e mi volevano slacciare i pantaloni loro, a quel punto io ho detto: "No! O mi slegate e me lì abbasso io, oppure me la faccio addosso, scegliete"... Mi hanno slegato e ho fatto la pipì. Cioè, da quel momento ho perso il pudore, mentre invece quando mi hanno liberato che sono salita nella macchina dei commissari, eh... si sentiva una puzza impressionante, la prima cosa che ho fatto è stata aprire il finestrino... con la faccia in terra, cioè ho recuperato il pudore immediatamente .>>

<<" Mi facevano lavare le mani, lavare, sciacquare e mi tagliavano le unghie delle mani con la pattadese...una cosa a cui non ho mai pensato, ci ho pensato dopo, meno male."
"Il primo periodo sentivo, per forza, uno non si lava, un odore osceno, dopo una settimana non sentivo più niente... i miei abiti, quando sono rientrato, erano puzzolenti... c'era il cane che muoveva la coda ma non si avvicinava, mi aveva riconosciuto, ma l'odore non era il mio, quindi ringhiava. Ero completamente nero, ho fatto il bagno, sono rimasto in ammollo per non so quanto tempo, prima per far ammorbidire, poi... il bagno l'ho sognato...>>

<< Non mi sono mai lavato, puzzavo come una volpe. Avevo due bidoncini, uno per bere e l'altro per urinare, come bevevo l'acqua subito la urinavo perché i reni non reggevano più. Quando uno non cammina i reni non funzionano >>

<< Non sono mai riuscito a lavarmi neanche le mani, tra una mano e l'altra c'era della sozzura... La sera quando riuscivo qualche volta a sistemarmi il giaciglio, il cosiddetto capezzale, che era fatto di stoppie, sempre per terra dovevi lavorare, mi trovavo con le mani... il sudiciume lo grattavo, con una mano l'altra, per alleggerirmi. Non credo che mi lasciassero solo, quando avevo da fare dei bisogni glielo dicevo e loro erano sempre lì, perlomeno io sentivo la loro presenza, col fiato addosso >>

<< Utilizzavo i giornali e facevo tutte le mattine dei bei pacchetti che loro poi portavano via, per urinare avevo un' anforetta di plastica che aveva anche il coperchio... l'indomani mattina me la portavano disinfettata con la varecchina...>>

<< In un primo periodo non ho avuto niente, solo un po' di sapone e basta, però riuscivo a... Mi sono lavata la testa con il sapone, ma era uno schifo perché mi è rimasto il sapone attaccato al cuoio capelluto, però riuscivo a farmi il bidè, loro mi davano l'acqua, io avevo sempre il mio bidoncino. Mi hanno portato gli assorbenti subito, il giorno stesso me li avevano dati, poi se avevo bisogno dell'acqua calda me la porta-vano. 'E non aveva paura che...' "No, no, io glielo dicevo e loro non guardavano niente, per quello non dovevo avere nessuna paura...>>

<< Devo considerarmi una privilegiata rispetto ad altri sequestrati perché ho avuto la possibilità di lavarmi..., qualche volta. Ogni tanto mi davano dell'acqua dentro un recipiente; probabilmente c'erano fonti o sorgenti nella zona. Per i bisogni fisiologici venivo condotta qualche passo più avanti della prigione. Ricoprivo i miei bisogni col piede e con della terra, ricordo che essendo estate c'era una quantità indescrivibile di mosche. 'Bendata o sbendata?' Sempre bendata, sino a quando i banditi hanno sistemato dei robusti teloni mimetici intorno a un albero e allora quando entravo in questa sorta di bagno mi era consentito togliere il cappuccio; vedere il terreno, Il bosco, le foglie di leccio... L'organismo si organizza così bene, in queste situazioni che comincia a funzionare tutto alla perfezione. Ho avuto il ciclo mestruale a cadenza regolarissima e senza nessun dolore. Evidentemente il cervello, in casi disperati come è stato quello, produce delle endorfine o comunque le sostanze che ti possono difendere dal dolore fisico. Non ho mai avuto un dolore, non solo, il giorno che sono stata sequestrata avevo un forte mal di gola, io mi conosco, quando comincia il mal di gola poi va in crescendo e mi dura per giorni, il giorno dopo avevo tutti i linfonodi gonfissmi ed ero preoccupata, invece si è trattato di una difesa dell'organismo. L'istinto di sopravvivenza mette in moto meccanismi a noi sconosciuti…>>

<< Avevo i capelli pieni di colla, dallo scotch della prima notte. Mi sono lavato la testa però non sono riuscito a togliermi la colla e quindi è tornato. Mi sono seduto e mi ha tagliato i capelli a zero. Gli ho detto: 'Ma... mi devi tagliare l'orecchio?' 'Ma per chi mi hai preso? Non hai capito niente!' 'No, chiedo, sai... non si sa mai… così in tono un po' ironico. Poi funzionava in questo modo, una volta alla settimana, più o meno, mi portavano una bacinella d'acqua, mi lavavo prima i capelli e poi mi facevo la barba. Mi portavano una busta, in questa busta c'era un asciugamano, che era sempre lo stesso, lo lavavano loro, il cambio, sempre calze, mutande e maglietta o maglia d'inverno e poi il pigiama.>>

<<…Davanti a loro. Non si voltavano. Tenevano un bidone di acqua in mano e io, se volevo l'acqua, me la facevo dare... gliene ho consumato di acqua e di carta!>>

Racconti di Sequestrati per la tesi di Laurea di Maria Grazia Putzolu, svolta sotto la guida dell' antropologa Gabriella Mondardini.

Pubblicati sul Quotidiano LA NUOVA SARDEGNA di Domenica, 30 aprile 2000.

Articoli di Piero Mannironi e Pier Luigi Rubattu.



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